Da anni esiste.
E ancora oggi mi viene rivolta la medesima domanda.
Un dipendente statale o un appartenente alle forze armate, può collaborare con una società di network marketing o essere un distributore o un incaricato alle vendite?
La domanda sembra semplice e banale, ma vale la pena offrire un approfondimento concreto e definitivo ai dipendenti che sempre più in massa cercano un secondo lavoro e spesso proprio nel settore del network multilivello.
E questo scritto ti darà tutti gli spunti che ti servono per capire se puoi o non puoi farlo e fino a che punto.
Prima di capire se si può fare, partiamo dalla definizione: cosa è il marketing multilivello?
Il multilevel marketing è un sistema di vendita che utilizzano varie aziende per commerciare i loro prodotti, per arrivare a più persone diminuendo gli investimenti pubblicitari.
Il MultiLevel Marketing è un particolare genere di vendita diretta (la vendita diretta è definita come il commercio di beni e/o servizi proposto direttamente ad un consumatore, questo significa la vendita porta a porta, negli uffici, e in altri luoghi in cui può essere effettuata una vendita diretta, esclusi i negozi).
La differenza fra la classica vendita diretta ed il MLM (MultiLevel Marketing) è la seguente: mentre un venditore diretto si cerca da solo gli acquirenti, un venditore MLM cerca clienti che possono diventare anche distributori, e mentre il venditore normale guadagna provvigioni sulle sue vendite, il venditore MLM ha una doppia remunerazione: sia su ciò che vende personalmente che in percentuale sui proventi realizzati dalle persone che da semplici clienti si sono trasformati anch’essi in distributori.
In questo modo, ogni soggetto può crearsi le cosiddette “Downline”, ossia una rete di venditori che a loro volta ne portano altri.
E’ utile sottolineare che il venditore MLM non viene nè assunto dall’azienda per la quale vende i prodotti nè tantomeno ne è un rappresentante autonomo. Proprio per questo fattore la strutturazione fiscale volge a favore di chi svolge questa attività parallelamente come secondo lavoro, quindi anche nel caso dei pubblici dipendenti dei vari settori e amministrazioni pubbliche.
Praticamente ci si muove con il vecchio “passaparola”, creando una struttura piramidale (nel senso buono del termine) che entra nelle profondità assolute dei contatti personali di ogni distributore.
Si tratta di uno dei “secondi lavori” più gettonati quello del network marketing, per la facilità di accesso che presenta.
Basta pagare la quota di accesso, con tanto di kit e qualche prodotto con una somma che varia tra i 50 e i 100 euro e sei parte del sistema con un proprio codice personale.
Sono tantissime le aziende che offrono la possibilità alle persone di affiliarsi. Le più famose sono: Herbalife, Amway, Avon, Stenhome, Tupperware, Kyani, Just, Lyoness, Juice Plus, e ne nascono ogni giorno di nuove.
Ma torniamo alla domanda principale che tutti pongono:
un dipendente pubblico o statale, un infermiere, un poliziotto, un carabiniere, un dipendente comunale, un vigile del fuoco, un militare, un insegnante, o qualsiasi dipendente del pubblico impiego può diventare un distributore di una di queste aziende di network marketing?
ECCO PERCHE ‘ I DIPENDENTI PUBBLICI POSSONO DIVENTARE DISTRIBUTORI HERBALIFE o AMWAY.
Sul MultiLevel Marketing esercitato come secondo lavoro da parte dei lavoratori dipendenti, dipendenti pubblici o appartenenti alle forze armate, c’è sicuramente molta disinformazione, e sono in molti a non capire se è legale fare MultiLevel Marketing in Italia oppure no.
Il dipendente pubblico può svolgere una seconda attività extra-professionale, un secondo lavoro, in una struttura piramidale multilivello?
La risposta è si.
Poi, come ogni valutazione singolare, dipende da un insieme di fattori, connessi prettamente alle modalità di svolgimento dell’attività del dipendente. I famosi “elementi che determinano la compatibilità di un’attività extra” di cui parlo sempre e che sono stati citati in un video specifico e gratuito nonché sui miei libri specialistici.
Occorrerà quindi valutare i casi specifici oltre che le mansioni del dipendente statale nella sua amministrazione.
L’attività in multilevel marketing è a tutti gli effetti un’attività occasionale con tutti i requisiti tecnici, soprattutto finchè non si raggiunge il primo step dove materialmente si è inquadrati come incaricati alla vendita occasionale.
Lo sancisce appunto l’art. 3 legge 175/05 che afferma:
“L’attività di incaricato alla vendita diretta a domicilio senza vincolo di subordinazione può essere altresí esercitata, senza necessità di stipulare un contratto di agenzia, da soggetti che svolgono l’attività in maniera abituale, ancorché non esclusiva, o in maniera occasionale, purché incaricati da una o più imprese”.
Generalmente queste aziende applicano delle ritenute d’acconto classiche fino alla soglia dei 5.000 euro annuali, per poi transitare ad altre formule fiscali più idonee al contesto successivo.
In altre parole, all’atto di ricevere il compenso, che sostanzialmente è una congrua percentuale sulle vendite effettuate, lo stesso viene tassato alla fonte con un regime molto agevolato.
Ho trattato nello specifico le strutture fiscali sui miei libri specialistici.
Pertanto, l’attività di affiliato per Herbalife o società affini che offrono servizi e strutture di MLM, potrà essere esercitata e regolarizzata anche per i dipendenti statali in linea generica.
E’ una vera opportunità? Direi proprio di si, se la vera volontà dell’utente è quella di credere nei prodotti, di sviluppare contenuti, di formarsi sulla vendita e di raggiungere i propri obiettivi includendo nel progetto le persone che vengono inquadrate come detenenti le medesime peculiarità e la medesima bramosia di raggiungere gli obiettivi.
In questo caso una qualsiasi attività di MLM può divenire un vero successo e gli introiti possono effettivamente lievitare di molto, ma devi sapere che per raggiungere certi risultati dovrai avere un numero molto consistente di “downline” e sperare, seguendoli costantemente, che non smettano mai di fare attività o procacciare altri distributori.
Altrimenti vedrai crollare in breve tutti i tuoi sogni e i risultati raggiunti fino a quel momento.
Prima di addentrarsi in maniera sostanziale nell’aspetto normativo, è utile apportare al dipendente la testimonianza di migliaia di dipendenti che ho seguito personalmente e comprendere l’inclinazione delle pubbliche amministrazioni su questo settore.
Al termine di questo articolo specialistico, metterò a disposizione anche una video-lezione che avevo stilato tempo fa, nella quale parlo degli aspetti primari da seguire e mettere in atto per chiunque voglia approcciarsi e crearsi un secondo lavoro o un’attività extraprofessionale con il network marketing essendo un dipendente pubblico o statale.
Alle pubbliche amministrazioni, non piace molto il termine di “incaricato alle vendite” che viene tecnicamente utilizzato dalle aziende di marketing multilivello.
Tantomeno la qualifica di “distributore”.
Entrambe, lo dice la parola stessa, sono terminologie utilizzate nel commercio, nella vendita o nei settori libero professionali.
Sarà sempre utile descrivere la propria attività di network marketing, evitando di utilizzare certe terminologie, per non creare equivoco nell’attività svolta.
I dipendenti usano segnalare e descrivere l’attività, come una sorta di incontri o serate di presentazione svolte a titolo ludico, nel quale il cosiddetto “distributore”, mostra ai partecipanti i prodotti che utilizza e che gli hanno dato benessere fisico, mentale o di qualsivoglia tipologia.
Vengono quindi mostrati I BENEFICI di tali prodotti o servizi e ciò che possono realmente migliorare nella vita delle persone con il relativo e continuo utilizzo.
A quel punto, una persona può decidere se ottenere anche per se stesso quel beneficio, può acquistare il prodotto o decidere di affiliarsi per presentarlo a sua volta. Liberamente.
In tal caso, acquisterà prodotti e servizi direttamente dall’azienda, senza che colui che presenta debba fare alcun tipo di attività di intermediazione, vendita o altro..
Ecco, hai appena visionato una tipologia di impostazione vincente che va materialmente a smontare proprio quelle terminologie che sconsiglio vivamente di utilizzare a qualsiasi aspirante networker che sia appartenente a una pubblica amministrazione.
Esistono modalità diverse per regolarizzare?
E sopra la soglia dei 5.000 euro netti all’anno che si fa?
Per quanto concerne la fase operativa della regolarizzazione e su come ottenere l’autorizzazione della propria amministrazione, occorre fare la distinzione della soglia di reddito dei 5.000 euro annuali.
Al di sotto di tale soglia, non ci sono problematiche. L’occasionalità è evidente e palese, oltre che determinata anche dal contesto normativo di settore.
Al di sopra della soglia, scatta la necessità di essere titolare di partita iva. Attenzione: trattasi di una partita iva particolare, con agevolazioni fiscali e non dedita alla commercializzazione di beni e servizi.
Quindi una contestualità positiva per i dipendenti.
Tuttavia, sarà sempre da valutare l’orientamento della propria amministrazione locale al superamento di tale soglia.
Per non essere inquadrato come “venditore”, sarà opportuno creare un’impalcatura descrittiva dell’attività ben differente all’inquadramento del dipendente come venditore professionale ed autonomo.
La partita iva è e dovrà sempre essere NON il requisito che trasforma il dipendente da lavoratore occasionale ad autonomo e professionale, ma semplicemente una contestualità fiscale obbligatoria per inquadramento.
In entrambi i casi, occorre SEMPRE utilizzare la giusta terminologia così come ho ben descritto in questo testo.
In ultimo: i dipendenti usano intestare certe attività a parenti per evitare problemi con le pubbliche amministrazioni.
rispondo con sincerità diretta a chi mi pone questo quesito per avere un consiglio operativo.
Al di sotto della soglia dei 5.000 euro non esiste la reale necessità di creare una simile contestualità.
Al di sopra della soglia è bene sapere che tutti i benefici inerenti la propria posizione andranno per sempre a carico di un’altra persone.
E non solo, anche i benefici pensionistici e previdenziali, sia quelli concessi dall’INPS sia quelli concessi proprio dall’azienda di network marketing.
E’ opportuno che il dipendente sia a conoscenza di questo.
E comunque il marketing multilivello può essere autorizzato per i dipendenti pubblici.
L’importante è per prima cosa mettere in atto i consigli stilati in questo articolo.
In conclusione vediamo alcuni estratti della legge italiana di settore, il decr. Leg.vo 114/98 e la legge n. 173 del 17 Agosto 2005:
ART. 5.
(Divieto delle forme di vendita piramidali e di giochi o catene)
- Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti piuttosto che sulla loro capacità di vendere o promuovere la vendita di beni o servizi determinati direttamente o attraverso altri componenti la struttura.
L’interpretazione chiara è: “bisogna reclutare soggetti per le loro capacità di vendere, e non promettendo guadagni facili solo facendo affiliazioni…”
2. È vietata, altresí, la promozione o l’organizzazione di tutte quelle operazioni, quali giochi, piani di sviluppo, “catene di Sant’Antonio”, che configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone e in cui il diritto a reclutare si trasferisce all’infinito previo il pagamento di un corrispettivo.
ART. 6.
(Elementi presuntivi)
- Costituisce elemento presuntivo della sussistenza di una operazione o di una struttura di vendita vietate ai sensi dell’articolo 5 la ricorrenza di una delle seguenti circostanze:
c) l’eventuale obbligo del soggetto reclutato di acquistare, dall’impresa organizzatrice o da altro componente la struttura, materiali, beni o servizi, ivi compresi materiali didattici e corsi di formazione, non strettamente inerenti e necessari alla attività commerciale in questione e comunque non proporzionati al volume dell’attività svolta.
Pertanto è chiaro: se l’attività primaria è la vendita e il consumo di prodotti, nessun problema. Via libera.
Se invece si viene persuasi a ottenere guadagni esorbitanti solo affiliando utenti e null’altro, senza avere la chiarezza di ciò che c’è nel sottostante, allora probabilmente si è di fronte ad un contesto poco chiaro da valutare attentamente in base alla normativa vigente.
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Se ritieni interessante questo articolo, scrivi subito un tuo commento e una tua idea appena sotto, otterrai risposta e servirà di certo per un accrescimento collettivo dell’intera comunità e per fugare ogni dubbio.
Massimiliano Acerra.
P.S. Visiona attentamente la seguente video-lezione:
Deborah dice
Finalmente ho avuto risposta alle mie domande che nessuno riusciva a darmi. Grazie.
acemax dice
grazie a te debora. felice di sapere che questa strada ti porterà soddisfazioni davvero imponenti nel tempo
Paola dice
Grazie per le delucidazioni molto accurate.
Vorrei sapere se, al di sotto della soglia dei 5.000 euro, è necessario chiedere autorizzazione formale al datore di lavoro (in questo caso Ente Locale).
Grazie
acemax dice
ciao paola. in realtà si è necessario. spesso le aziende di network mandano proprio loro la comunicazione agli uffici del dipendente. quindi se la presenti è opportuno seguire i consigli che ho dato.
Lucia dice
Buonasera, sono un’insegnante della scuola pubblica. Ho una preside ostile ad ogni richiesta… Vorrei fortemente intraprendere network marketing con Juce plus. È proprio necessario chiedere autorizzazione?
Consuelo dice
È possibile avere un facsimile di questa richiesta?
Marco dice
Ciao lavoro in Comune. Pertanto dovrei obbligatoriamente presentare la domanda di autorizzazione? Io devo ancora iniziare come “venditore” (termine che naturalmente non utilizzeró). Se non la presento cosa rischio? Lo chiedo in quanto il funzionario che autorizza queste domande è una persona che è solito mettere sempre i bastoni tra le ruote ad esempio nell’ambito di attività musicali (io sono anche musicista free lance in orchestre lirico-sinfoniche). Per farmi autorizzare (che era nel mio pieno diritto essendo un’attività compatibilissima e con carattere di occasionalità) ho dovuto ricorrere al mio avocato per intenderci. Grazie mille
Marco
Gabriele dice
Buongiorno, non ho capito se la lettera compilata nel modo corretto,la fa l’azienda di NM oppure il dipendente la deve compilare e girare alla propria amministrazione. Grazie
Elisa dice
Grazie per le informazioni che ho letto.
Vorrei sapere se esiste un modulo già precompilato per ottenere l’autorizzazione dall’amministrazione comunale.
Martina dice
Buonasera,
un medico che lavori solo privatamente e talvolta a Partita Iva convenzionata con SSN può svolgere liberamente network marketing sotto i 5.000 euro annui? E superandoli, può aprire un secondo codice ateco?
Manuela dice
Salve, sono titolare di PIva con regime forfettario, iscritta alla gestione separata. Svolgo attività di Personal Trainer nella mia abitazione. È la mia principale attività. Posso affiancare l’attività di Network Marketing per arrotondare guadagni? Grazie
Gioia dice
Salve
Ho trovato interessante il suo articolo.
Nello specifico io sono un’insegnante precaria in disoccupazione e dopo qualche mese in Stanhome mi è stato proposto di fare un piccolo salto e avere una provvigione del 23% e firmare il cosiddetto Ven.
Poiché non ho un contratto regolare con le scuole che cambio ahimè ogni anno penso di potermi dilettare in questa seconda attività.
Resta da chiarire se perdo la disoccupazione.
Può dirmi qualcosa di più.
L’INPS rispose che potevo farlo, ma ho ancora i miei dubbi…
Samuele Fabbri dice
Differenza tempo pieno e indeterminato ed il resto?
Romina dice
Salve quindi io che faccio come secondo lavoro vendita prodotti di cosmetica e sono operaia in una ditta metalmeccanica lo posso benissimo fare quindi?
DORIANA SOFFIATO dice
Grazie per la chiarezza…vorrei chiederti se l’ente pubblico nel quale lavoro,può vietarmi l’autorizzazzione per svolgere il mio network.grazie